Le riflessioni di Joker                                                                                                                

La nostra esistenza è caratterizzata da sequenze di momenti.

Ci sono periodi nei quali queste scorrono inosservate, silenziose, anonime…altri in cui ogni passaggio lascia un segno, indelebile, incancellabile.

Siamo all’inizio del 2020 e mai nessuno si sarebbe aspettato di dover vivere una situazione simile, dove ognuno deve rimanere chiuso nella propria casa.

Un isolamento involontario imposto nella maniera più violenta che non ci permette più di poter di uscire con gli amici, di andare a trovare i parenti o fare una passeggiata con il cane di sera, andare a fare la spesa in un altro paese.

Il coprifuoco e le norme di igiene, che sono diventate ormai fondamentali per la nostra vita quotidiana e che ci hanno fatto pensare molto, stanno rivoluzionando la nostra vita.

Le famigerate nuove regole, le mascherine, la distanza, che bisogna rispettare, ci fa riflettere su quanto prima fosse scontato il contatto fisico tra le persone, il darsi la mano, i baci, gli abbracci, sembravano così normali, ora la gente ne è terrorizzata!

Joker in preda a una pigrizia che lo paralizza al letto, è a secco di interazioni sociali con il mondo esterno, andando avanti a stento, come una vecchia macchina con il serbatoio vuoto.
La vita… non la si può snaturare, certo, perché prima o poi arriverà la morte, ma la si può vivere bene, la si può assaporare a fondo e poi abbandonare senza malinconia o rimpianti.
In tutto il processo della vita si è costantemente modellati e plasmati fin da piccoli, dalla famiglia, dalla scuola, dai mezzi di comunicazione di massa, dalle esperienze, dalla società e dalla crescita e maturazione personale.

Le emozioni negative, per quanto molto frequenti, non durano per sempre…e non può piovere per sempre!
Si dice che dopo la tempesta esca sempre l’arcobaleno, beh, non è così, non sempre c’è l’arcobaleno, ma per quanto possa durare la tempesta, prima o poi il sole riuscirà a farsi strada tra le nuvole e ancora una volta tornerà il bel tempo.

Il mondo è immerso nel silenzio e le giornate diventano sempre più monotone e piene di noia, è un silenzio pieno di preoccupazione, come fanno paura tutte le cose che non conosciamo.
Intorno a Joker i segnali rassicuranti sono ben pochi, si coglie un malessere generale, un’insicurezza mai provata prima e ovviamente un senso di inadeguatezza verso quello che sta capitando, dati dal bombardamento mediatico, dove ci viene riferito tutto e il contrario di tutto.

La gente si guarda con diffidenza, odia chi cammina senza la famosa mascherina o chi tossisce anche a distanze chilometriche e diventa sempre meno tollerante.

Le forze dell’ordine e la Protezione Civile sta instaurando una vasta operazione di soppressione, forse l’esperimento sociale si sta realizzando.

Ma attenzione, la storia è piena di questi momenti, dove lo scontento del popolo si tramuta in violenza.
È preoccupante che così di colpo si sia fermato tutto.

Sentire continuamente che la gente muore per un virus arrivato da chi sa dove reca allarmismi e stress.

Nel ventunesimo secolo sembrava che con tutta la tecnologia fosse dalla nostra, avremo combattuto qualsiasi cosa, siamo passati dal piccione viaggiatore agli sms, ad essere codificati, individuabili e raggiungibili in qualsiasi momento in pochissimi secondi alla faccia della privacy tanto sbandierata.

Improvvisamente compare lo “smart working” e nel giro di pochi giorni abbiamo dovuto riorganizzare le nostre vite.

Ora tutte le attività si svolgono in un solo ambiente, l’abitazione e se dal principio sembrava divertente, una novità tutta da esplorare, ora dopo alcune settimane, ci si accorge del tranello.

La quarantena è stata per Joker un tunnel infinito, dove gli altri vedevano la luce, Joker vedeva solo un burrone, dove ci cadeva dentro e ogni volta che si arrampicava, cadeva di nuovo.

Le sue paure più profonde sono uscite allo scoperto, si… ha avuto paura.

Paura di non amare più, paura di non farcela, paura di non tornare come prima, paura di andare in depressione… paure e pianti, rari momenti positivi e tanti negativi.

“Covid-19”, così è stato chiamato il virus che sta mettendo in ginocchio l’intera razza umana, che letteralmente la sta uccidendo…. ma peggio ancora, non fisicamente!

E’ partito tutto ormai tre anni or sono dalla Cina, in quel momento eravamo ancora ignari del disastro che sarebbe successo, anche perché solo quando questo nemico invisibile si rese minaccioso e arrivò anche nei nostri territori, capimmo la gravità della situazione.

Personalmente Joker pensa che ormai la maggior parte della società sia talmente abituata a preoccuparsi di se stessa che non si è mai realmente interessata alla situazione finchè non l’ha toccata personalmente.

Così con l’aumentare della propaganda di contagi e di decessi, tutti cominciarono a prendere provvedimenti molto severi, ovvero amuchina, guanti e mascherina!

Joker è seduto nel suo ufficio davanti al PC, nel silenzio totale sente solo le sirene delle ambulanze,

ormai il tempo passa e le stagioni pian piano cambiano.

Cos’è che in realtà è cambiato davvero? 

A volte la solitudine si fa più pesante e lo sguardo finisce molto più spesso verso la finestra, verso quel mondo che oramai rappresenta qualcosa di irriconoscibile, da guardare con occhi nuovi e riscoprire anche questa primavera e la rinascita dei fiori che sembra più lenta e lontana.

Alcune cose succedono e tu non le puoi controllare, né tantomeno cambiarne il percorso.

Ci sono situazioni che si superano e altre si subiscono.

Ed è lì che l’uomo si mette in gioco, escogitando un piano per poter riemergere dalle situazioni, anche da quelle più buie, cercando una soluzione che riesca a portare la sicurezza e la tranquillità che può far cambiare il modo di affrontare le situazioni, anche le più difficoltose, sconosciute e inaspettate.

Il futuro, quello più prossimo ormai è già cambiato, se Joker lo vivrà saprà che è stata una realtà.

Quando in quel gennaio si è saputo di un nuovo virus che stava mietendo vittime in Cina e che aveva provocato l’isolamento in quarantena di milioni di persone, la maggior parte della gente, non ha prestato grande attenzione alla notizia.

Alcuni l’hanno semplicemente ignorata, altri l’hanno accolta come una delle tante informazioni provenienti da zone remote del mondo che possono preoccupare, dispiacere o lasciare indifferenti, ma davvero in pochissimi hanno pensato che si trattasse di un fatto che potesse riguardarci direttamente.
Col passare del tempo i contorni della vicenda hanno iniziato a diventare più nitidi, come una persona lontana che non riusciamo a riconoscere perché troppo distante e che, man mano che si avvicina, ci permette di osservarla per poter definire se la conosciamo o meno.

Forse la questione iniziava in qualche modo a riguardarci ed uscì il famoso paziente zero e le zone rosse come nei più classici film, con i controllori bardati di tute bianche e maschere anti gas.

Il successivo annuncio dell’obbligo di rimanere in casa ci ha colti di sorpresa e ci ha travolti come un’ingiusta sentenza di prigionia e la percezione che prima o poi la fantascienza diventa realtà.
Ormai pochi di noi, forse i più privilegiati o i più sprovveduti, continuano a vivere nel disinteresse per ciò che accade, perché il male altrui, fosse anche quello di chi ci è vicino, non è considerato male finché non ci riguarda direttamente.

Quando i governanti si resero conto che la situazione cominciava a non essere più sotto controllo, era ormai era  troppo tardi e le contromisure adottate non ebbero l’efficacia sperata.

Ora che quei fatti che sembravano così lontani sono diventati la nostra realtà quotidiana e possiamo decidere se cedere alla disperazione e all’egoismo o se intraprendere un’altra strada.

Forse abbiamo capito che questi avvenimenti non accadono per caso, ci raggiungono a causa dell’ingerenza dell’essere umano sulla natura e della sua violenza nei confronti degli altri esseri viventi in generale.

La loro diffusione è poi dovuta all’irresponsabilità e all’anteporre gli interessi di pochi al bene di molti….e come in tutte le guerre, i pochi ricchi saranno sempre più ricchi e potenti e i tanti poveri sempre più poveri e sottomessi.

Se prima la nostra angoscia per il futuro riguardava la mancanza di lavoro per i nostri figli e la possibilità di essere costretti a cercarlo fuori dall’Italia, ora abbiamo iniziato a dubitare del futuro stesso.

Si fa avanti il desiderio di altro: di giustizia, di rispetto, di un mondo in cui gli esseri umani possano vivere in armonia e senza paura.

Joker vuole pensare che forse stiamo diventando migliori, meno egoisti e più empatici e che vogliamo qualcosa di diverso per il nostro futuro….ma è solo un utopia!

Quando finalmente potremo tornare ad abbracciarci veramente, forse i nostri abbracci saranno più autentici e le nostre azioni più responsabili.

E se l’impresa ci sembra titanica, ci conforta sapere che almeno una parte di noi stia capendo qualcosa e che se non sappiamo come fare almeno ce lo stiamo domandando.

Perché, del resto, come disse tanto tempo fa un filosofo cinese, un viaggio di mille miglia, comincia con il primo passo.

Joker si ritrova a scrivere dopo un lungo periodo di distacco non voluto, un periodo
caratterizzato da molti avvenimenti in cui ha capito molto su come la vita sia imprevedibile e
a tratti cattiva, ma “carpe diem”, domani potrebbe essere troppo tardi per lasciare almeno una testimonianza.
Quanto banale può essere questa frase in una giornata di tutti i giorni? Indubbiamente, tanto! Ma tanto quanto? Tanto, quando tu, nella misura in cui vieni privato della tua preziosissima libertà!
In questo periodo storico ci stiamo interfacciando con qualcosa che la nostra generazione non aveva mai vissuto.

Abbiamo sempre letto di epidemie, catastrofi e guerre nei libri di scuola o forse in qualche vecchia enciclopedia.

Si può pensare ad esempio calzante, alla peste, al vaiolo oppure in epoca più recente all’influenza spagnola, ma vivere questi avvenimenti in prima persona ha sconvolto comunque buona parte della popolazione mondiale.

Questo riguarda non solo il cambiamento della nostra vita quotidiana, l’obbligo di stare a casa o piuttosto di indossare guanti e mascherina al supermercato, ma ha influenzato anche il modo di pensare delle persone.

All’inizio di questa epidemia, quando l’unico Paese toccato era la Cina, abbiamo sentito tramite i media di numerosi eventi di razzismo contro immigrati cinesi residenti in Italia.

Abbiamo assistito alla razzia di beni di prima necessità nei supermercati con atteggiamenti a dir poco primitivi.
Questo stato di paura e di preoccupazione deve farci riflettere.

Molte volte l’uomo parla di principi nobili come di tolleranza religiosa e culturale, di uguaglianza e di fratellanza dei popoli, eppure basta un avvenimento improvviso che mette in pericolo la nostra vita ed ecco che l’essere umano si trasforma in un essere egoista.

Questo ci deve far riflettere e questo è il momento per farlo.

Inoltre dobbiamo anche riflettere sul fatto che molte volte noi esseri umani non dobbiamo solo lasciarci trasportare dal flusso degli eventi o essere abituati al peggioramento delle situazioni mondiali.

Questa non dovrebbe essere la normalità! Tutto questo dovrebbe far riflettere l’uomo per farlo essere migliore e imparare dai suoi sbagli, creando un mondo nuovo.

Chi non si è mai soffermato a pensare alla posizione che ha assunto l’uomo sulla Terra? Originariamente un animale, che si è adattato nei secoli a cambiamenti climatici ed evoluzione e che si è sempre affermato con superbia sulle specie animali con cui conviveva, l’essere umano si è distinto non tanto per evoluzione scientifica e umanistica ma per una caratteristica introvabile e dominante sulle altre specie: la capacità incredibile di provare emozioni quali amore, coscienza, compassione, curiosità ma purtroppo, anche crudeltà.

 

 

Joker