Sono di un'altra razza!

Nato a Milano nel 1965, scrittore quasi per scherzo per esorcizzare un passato da “Pino dei palazzi” ed un presente un po’ alla Fantozzi, come lo definisce lui, il suo è un genere autobiografico-narrativo più che singolare.

Nonostante gli studi tecnici, ha da sempre mostrato una spiccata vena ironico-autocritica ed una eccentrica predisposizione all’analisi delle persone, spesso imitandone le loro particolarità.

Negli anni 80/90 ha scritto alcuni testi e composto musiche di canzoni rimaste nel cassetto, ma ha prefissato come suo prossimo obbiettivo, di inciderle e presentare un CD.

Chitarra e voce di vari gruppi rock, ha partecipato a “Scorribande” – Arena di Milano, collaborato ad alcuni progetti del C.P.M., e con il tastierista Eddie Fontana, nel 1997, formato il duo “Radio”.

Appassionato di Arti Marziali, insegnante ed allievo a sua volta di prestigiosi Maestri di Karate del circuito italiano, ha allenato in importanti Dojo nelle provincie di Milano e Bergamo.

Sposato da 20 anni, con una figlia di 14, è funzionario pubblico nel settore sanità.

Non si può certo parlare di intellettuale, ma di personaggio poliedrico ed anticonformista, decisamente si!?……Ma !

………e non ama leggere!


Cosa ne pensano?

Betty Curtis (Arisa): A prima vista sembrerebbe una persona normale.

La prima peculiarità è l’ironia su chi lo circonda e su se stesso; la seconda è forse giustificativa della prima: il suo essere trattenuto sia fisicamente che mentalmente.

Non sai se, e dove, può arrivare, ma fatto sta che con la sua ironia può far paura poiché ti fa sempre pensare che oltre c’è altro, anche se per fortuna, sdrammatizza.

In un modo o nell’altro, diverte.

Sono caratteristiche le sue orecchie che diventano rosse quando si sta incazzando o c’è qualcosa che non và.

Forse è alla ricerca del suo primitivo ed adolescenziale vissuto, ora che si sente vecchio e schiacciato dalle responsabilità della routine sociale.

Frustrato dal lavoro e dall’ambiente in cui vive, si eleva dal letame culturale strimpellando la chitarra e facendo il Maestro di Karate.

Sotto i ricercati vestiti sempre OK ed i suoi orologi di dubbia e misteriosa provenienza, si nota la prima pancetta.

Instabile emotivamente e perseverante, è dotato di un’apertura mentale introvabile, malizioso, infame, antipatico, punzecchiatore, lunatico, individualista,…se non ci fosse, che noia!

Io non sono come Arisa!!

Fa l’imitazione e sul più bello, esce e va a lavarsi i denti!”

 

Il pollaio: “Fondamentalmente è un timido introverso che diventa cinico e strafottente per difesa mantenendo comunque atteggiamenti rigorosi e coerenti, diretti e pungenti.

A volte, disponibile per opportunismo, permaloso e pieno di sé, il che a voler dimostrare un elevato grado di autostima.

Disponibile, obbiettivo, conclusivo e realista, amico disinteressato, comunicativo, attraente, sono alcuni dei suoi pregi.

Ci piace, ma quando si sente frustrato sfugge dietro le quinte ed evita tutti.

Forse per andare a lavarsi i denti?”

 

Ale e Pal: “E’ sicuramente un leder, uno di quelli che cortesemente ti chiede la tua opinione e ti informa che puoi scegliere, ma sai già che farai come dice lui.

La vita dovrebbe seguire una linea (la sua) che procede come stabilito, senza imprevisti, a meno che programmati.

Avrebbe dovuto seguire la carriera militare, è un curioso, si informa sempre prima di parlare di qualunque argomento, ama essere competente anche se a volte bleffa…ma solo un po’.

Si può definire un secchione perché è bravo in tutto, ma quando qualcosa non gli riesce diventa isterico e corre a lavarsi i denti”.

 

Gli ipocondriaci: “Cosa ne pensiamo di nostro figlio Joker? Di nostro figlio Joker, possiamo pensare di tutto e niente.

E’ un introverso ed estroverso allo stesso tempo, a volte taciturno e soprattutto molto capace ed abile di farci credere ciò che non è.

Ci spieghiamo meglio: quando gli si chiede qualcosa che lo riguarda, a titolo di genitori, pensiamo non dica sempre la verità, forse per non preoccuparci.

Joker è molto buono d’animo, anche se a volte scontroso e scontento di tutto il sistema che lo circonda.

E’ indubbiamente un curioso, vuole fare tutto e bene e spesso ci riesce, ma è sempre comunque insoddisfatto.

Non riesce a legare molto con le persone che lo circondano, probabilmente perché non le ritiene alla sua altezza.

Joker è un vero perfezionista quasi perfetto, ci mancherebbe solo una bella vincita al Superenalotto per toglierli quella vena costante di insoddisfazione.

Nonostante tutto è la luce dei nostri occhi, nato dopo un grande dispiacere, è stato coccolato e viziato al punto di essere soffocato da troppo amore.

Noi contiamo molto su di lui perché, in conclusione, pensiamo sia una persona molto intelligente e valida”.

  …la mamma è sempre la mamma!

 

Il fratello: “Che dire di Joker …… è mio fratello !!!

Da piccolo pensavo proprio fosse un super eroe, il paladino della giustizia, il classico giustiziere della notte sempre pronto ad andare in aiuto dei più deboli, il fratellone tutto fare sempre pronto ad aiutarmi e ad arrivare in mio soccorso in maniera anche irruenta, forse troppo, spesso senza pensarci eccessivamente.

Ricordo un episodio in cui avevo circa dieci anni e stavo giocando con alcuni miei coetanei, quando un ragazzo di sette anni più grande mi allontanò dal parco giochi sferrandomi un fortissimo calcio, senza nessun motivo, forse solo perché ero il fratellino di Joker .

Io tornai a casa in lacrime e, anche se non volevo dire nulla a mio fratello, lui intuì subito ciò che era successo.

Prese il motorino e si lanciò a tutta velocità su quel personaggio: il resto ve lo lascio immaginare!

Da allora in poi la distanza minima che tenevano tutti da me era almeno dieci metri!!

Ora ci vediamo di rado, ma so di poter contare su di lui sempre e comunque ……… d'altronde un super eroe resta sempre un super eroe!!!!

Anche nella vita di tutti i giorni…!”.

                                        

MAX

 …..e a questo punto, Joker si commuove!

 

Trippa: “Sensei Joker cerca nuove alleanze, ma non sa di chi si può fidare….

Ha le spalle sempre coperte, appoggiato al calorifero della segreteria o seduto alla sua scrivania, difficilmente si trova al centro di altre persone, anche se gli piace essere catalizzatore dell’attenzione.

Tiene la situazione sempre sotto controllo, non so se per la sua esperienza nel Karate o per evitare agli altri una qualsiasi intromissione troppo personale.

Sceso dal piedistallo, creato per nascondere la timidezza, non sembra più così cinico, ma rimane pur sempre pungente.

Sicuro di sé e afferrato in tutti i campi, si compiace nel diffondere i suoi saperi, a volte non disdegna il consiglio dei colleghi.

Insopportabile quando dice “tu che sai tutto…..” con un velo sarcastico che sa tanto di presa per il “bit..”.

Le rare volte che viene preso in castagna o messo in difficoltà diventa rosso come un peperone, anche se ne è allergico.

La sua risata profonda è sempre troppo controllata, come lui del resto.

Il bastone e la carota, con simpatia Trippa”

 ….una lettrice che dà soddisfazione!

 

Mojito:La Vale 18 novembre 2010 alle ore 7.31;

SELETTIVO…OSSERVATORE…EMPATICO…BRILLANTE.

…CURIOSO…

Mi spiace di averci messo così tanto, ma alla fine come vedi ho partorito qualcosa....purtroppo non ti conosco così bene x poter dire di più e questo è quello che ho percepito .....ormai mi spaccio anche x l'addetta alla corrispondenza.....ma vedi te cosa mi fai fare....visto che non me n'è mai fregato un cazzo.........ahahahahah”.

see you later

smuak

 ….ma?

La terza teoria

La teoria evoluzionista di Lamarck giunse alla conclusione che gli organismi, così come si presentavano, fossero il risultato di un processo graduale di modificazione che avveniva sotto la tensione delle condizioni ambientali.

 

Nel tentativo di dare una spiegazione a quella che era una prima teoria evoluzionista, egli basò la sua teoria su tre idee:

·     la grande varietà di esseri viventi: Lamarck riteneva che poche specie fossero riuscite a mutare nel corso degli anni;

·   l'uso o meno degli arti: secondo Lamarck, le specie avevano con il tempo sviluppato gli organi del loro corpo che permettevano di sopravvivere e di adattarsi all'ambiente.

Per spiegare questa idea ricorse all'esempio     delle giraffe: in un primo momento, secondo Lamarck, sarebbero esistite solo giraffe con il collo corto; queste ultime, per lo sforzo fatto per arrivare ai rami più alti, sarebbero poi riuscite a sviluppare collo e zampe anteriori e quindi ad avere organi adatti alle circostanze;

  • · L'ereditarietà dei caratteri acquisiti: Lamarck credeva che le specie tramandassero i caratteri acquisiti (il collo e le zampe più lunghi nel caso delle giraffe) ai discendenti.

La teoria evoluzionistica di Darwin dimostrò che l'evoluzione è l'elemento comune, il filo conduttore della diversità della vita. Secondo una visione evolutiva della vita, i membri dello stesso gruppo si assomigliano perché si sono evoluti da un antenato comune.

Secondo l'opinione di Darwin, le specie nascono mediante un processo di “discendenza con variazione”.

 

Fatto ancora più importante, nel suo trattato sull'origine delle specie, Darwin oppose la teoria della selezione naturale per spiegare con quali meccanismi avviene l'evoluzione.

La teoria evoluzionistica di Darwin si basa su tre presupposti fondamentali:

·      riproduzione: tutti gli organismi viventi si riproducono con un ritmo tale che, in breve tempo, il numero di individui di ogni specie potrebbe non essere più in equilibrio con le risorse alimentari e l'ambiente messo loro a disposizione;

  • variazioni: tra gli individui della stessa specie esiste un'ampia variabilità dei caratteri; ve ne sono di più lenti e di più veloci, di più chiari e di più scuri, e così via;

·     selezione: esiste una lotta continua per la sopravvivenza all'interno della stessa specie e anche all'esterno, nella lotta sopravvivono gli individui più favoriti, cioè quelli meglio strutturati per giungere alle risorse naturali messe loro a disposizione, ottenendo un vantaggio riproduttivo sugli individui meno adatti.

La terza teoria evoluzionista di Joker dimostra ampiamente che l’uomo non discende dalla scimmia ma bensì dal “calabrese” e si basa su tre principi:

·        la riproduzione del calabrese è del tutto casuale;

·     la selezione avviene in natura come per  i coccodrilli, difatti il calabrese non esita a mangiare i propri figli qualora non siano conformi ai canoni imposti  dalla ‘ndrangheta;

·    il calabrese non ha alcun bisogno di evolversi in quanto inserito sin dalla nascita in  un  ecosistema  la   cui    struttura  interna poggia sui membri di un nucleo familiare legati tra loro da vincoli di sangue.

Premesso che il genere umano si divide fondamentalmente in tre  classi: gli inamovibili (tanti), quelli che sono mossi (tantissimi) e quelli che muovono (pochissimi), unica eccezione sembra essere Joker.

In conclusione anche per Joker sarebbe stato molto meglio essere calabrese!

Titoli

  • Perito chimico industriale capotecnico (ITIS MOLINARI)
  • Ispettore micologo (Regione Lombardia)
  • Sommelier 1° livello (A.I.S.)
  • Doctor of pubblic administration - PhD (John Loke University)
  • Allenatore Federale Karate Shotokan (C.S.I.)